PREMESSA
12.03.2020
Nonostante i tanti “cammini” l’agitazione e l’ansia
della partenza è sempre uguale.
Dopo una notte insonne, alle prime luci
dell’alba, finalmente è arrivata Danila, insieme a Maurizio, per
accompagnarci , all’aeroporto. E’
bastato mettere in spalla lo zaino, pronto già da una settimana, per sentire
quella scarica positiva che mi ha sempre accompagnato nei vari cammini e che mi
fa illudere di
avere 30 anni
di meno.
Il volo per Malpensa parte alle 9,20 ma siamo andati
prima perché a differenza delle altre volte ho imbarcato in stiva lo zaino,
così ho potuto portare i miei super bastoncini (“i più belli del mondo” come
dice Salvatore ) e a
proposito lui era gia’arrivato in aeroporto prima di noi e ci stava già
aspettando. A Malpensa ci ha raggiunti Renzo, fedele amico/pellegrino noddico, e così il quartetto dei pellegrini è completo…….un
bel gruppo di “majores” e
meno male che
c’è Maurizio che abbassa la media dell’età ma, considerando i 20 cammini di
Salvatore, i 15 di Renzo, i 12 miei e i 3 di Maurizio, di esperienza ne abbiamo
da vendere. Nell’attesa del volo per Porto sono venuti a trovarmi in aeroporto
mio fratello e mia cognata
che vivono a Milano, mi ha fatto tanto piacere rivederli anche se per poche ore
ma ci siamo ripromessi che questa estate sicuramente passeremo qualche
settimana
insieme.
Siamo arrivati
a Porto in perfetto orario ed abbiamo trovato un tempo piuttosto nuvoloso che
ci ha subito fatto rimpiangere il caldo sole primaverile lasciato a Catania.
Come avevamo programmato, dopo aver ritirato lo zaino, direttamente con il bus
siamo andati in città e dopo circa 2/3 km a piedi siamo arrivati all’albergue
dei pellegrini di Porto.
Non lo conoscevo perchè la volta scorsa che ero stato
qui , nel 2015, questo albergue era in ristrutturazione e quindi eravamo andati
in un hotel in centro.
L’albergue è piccolo (23 letti) ma molto ben curato e
organizzato, dato il periodo i pellegrini sono pochi e quindi per questa notte
siamo fortunati ed abbiamo “cama baja” (letto basso, come aspirano tutti i
pellegrini di una certa età).
Dopo aver passeggiato tra le strade di Porto nella
zona dell’albergue ci siamo fermati in una piccola trattoria a mangiare il
famoso “bacalhau” portoghese…. una delizia.
Essere a Porto mi fa tornare in mente il cammino di 5
anni fa e particolarmente la giornata passata a Villa do Conde (meno di 30 km.
da Porto) che quasi quasi mi viene il desiderio di prendere lo zaino ed andare
a camminare fino all’hostal “Belomar”……quanti bei ricordi!!!
Come primo giorno sono abbastanza stanco perché, anche
se abbiamo camminato poco, tutti gli spostamenti si fanno sentire e
considerando che il nostro programma di “cammino relax” prevede per la
mattinata di domani la sosta qui per visitare i luoghi e i monumenti
caratteristici della città, adesso è tempo di andare a nanna.
BUONANOTTE a domani.
13.03.2020
Questa mattina all’Albergue de peregrinos do Porto ci
siamo alzati prima dell’alba e ci siamo preparati al buio aspettando che
facesse giorno.
Eravamo in
pochi nel dormitorio ma alcuni “roncadores” ,particolarmente un grosso tedesco
e una cinquantenne francese, per tutta la notte hanno intonato un concerto che
neppure i tappi alle orecchie sono riusciti ad attutire ….cominciamo bene!!!!
Per fortuna in Portogallo, a differenza della Spagna,
i bar aprono anche prima delle 7 e cosi abbiamo potuto fare una ricca
colazione.
Grazie alle informazioni dell’hospitalero abbiamo
saputo che nella stazione dei bus c’era anche il deposito bagagli e quindi come
prima cosa siamo andati lì a lasciare gli zaini in maniera da trasformarci in
“turigrini” (turisti/pellegrini) e girare comodamente la città. Solo Maurizio
non era mai stato a Porto ma anche per me , Salvatore e Renzo, rivisitare
questa
bella città e stato un vero piacere.
Abbiamo iniziato la visita partendo dalla Ribeira, il
quartiere che si stende lungo il corso del fiume Douro, mentre eravamo da
quelle parti siamo andati alla Chiesa di San Francesco che da fuori sembra
un'anonima chiesa priva di ogni interesse ma all'interno si manifesta come una
delle più belle costruzioni religiose del Portogallo e una delle chiese più
riccamente decorate d'Europa.
Da lì abbiamo ammirato
il Dom Luis I, il ponte di ferro di Porto,progettato da Téophile Seyrig (
allievo di Gustave Eiffel), che collega il quartiere della Ribeira con la
cittadina gemella di Vila Nova de Gaia.
La lunga
camminata e proseguita per La Sé, cattedrale di Porto, un severo edificio con
un grande rosone centrale e due torri gemelle con cupole ai lati che è stata
costruita a partire dal 1200 sui resti di un edificio già esistente, dopo siamo
scesi alla stazione di Sao Bento (San Benedetto) con più di 20.000 Azulejos
(piastrelle) dipinte in bianco e blu ad inizio '900 da Jorge Colaco, il più
importante decoratore portoghese.
Finalmente alle 14 ci siamo seduti in un ristorante
caratteristico ed eravamo veramente distrutti ma la sola lettura del menù ci ha
risollevato lo spirito perché a Porto si mangia veramente bene.
Ieri sera abbiamo mangiato il baccalà e quindi oggi
abbiamo ordinato l’atra specialità locale e cioè la trippa (gli abitanti di
Porto sono anche chiamati Tripeiros (trippai)), tutto accompagnato da un
delizioso vino “porto” e meno male che per andare a Valenca abbiamo il bus e
non dobbiamo guidare perché ne abbiamo bevuto tanto!!.
L’unico che non
ha mangiato la trippa è stato Maurizio che ha ordinato una ” franchesina” (un
toast molto corposo con ripieno di carne di maiale e vitello sormontato di 1
uovo fritto e ricoperto di formaggio il tutto accompagnato, per tradizione, da
una salsa golosa e patatine fritte! ) ed ancora adesso non ha digerito,ben gli
stà cosi impara a non ascoltare i consigli e gli avvertimenti di noi tre
“vecchi”.
Cosa bella e particolare, durante il pranzo, è stata
la videochiamata con Antonio che per motivi famigliari non è potuto venire con
noi ed ha programmato il suo cammino per aprile.
Si avverte la sua mancanza nel gruppo ma, grazie a
whatsApp lo sentiremo spesso.
Alle 16 siamo partiti con il bus per Valenca do Minho
e vi confesso che ho dormito per tutto il viaggio, ne sentivo proprio il
bisogno,
A Valenca, che
è proprio sul confine con la Spagna, siamo andati all’ “ Albergue de peregrinos
São Teotónio” che nonostante i 65 posti letto era quasi tutto pieno di
pellegrini che venivano dal cammino portoghese central.
Una delle cose più belle del “cammino” è la
“socializzazione” (….vero Ottavio??) con
persone di tutte le nazioni per conoscere usi e costumi di ogni parte del
mondo.
Per fortuna per questo non abbiamo difficoltà in
quanto siamo un gruppo molto ben assortito con Maurizio che parla inglese , Salvatore che parla spagnolo,
La cena di questa sera è stata leggera e veloce ed
adesso siamo già in “branda” con il pensiero che da domani si inizia a
camminare ed a fare i veri pellegrini fino alla tomba del grande “San
Giacomo”……..è proprio per questo che siamo qui.
BUONANOTTE a domani.
14.03.2020
Sono all’albergue comunale di O,PORRINO. Oggi abbiamo
camminato per 25 km in una soleggiata giornata di inizio primavera…. Speriamo
che il tempo si mantenga così!!!
Prima di iniziare a dirvi della giornata di oggi
voglio raccontarvi quello che è successo ieri sera nell’alberque di Valenca.
Eravamo già a letto, quando dalla sala comune è arrivato il suono di una
chitarra….è stato come il flauto magico che attira i topi…. In un attimo,
incuranti della stanchezza della giornata, ci siamo alzati e ci siamo uniti
alla allegra compagnia di pellegrini di varie nazionalità.
Quello che suonava era un ragazzo irlandese,
abbastanza bravo, che era partito da Lisbona ed aveva percorso il cammino
portoghese della costa fino a Mougas e si era fermato a Valenca per dei
problemi ad un ginocchio.
E nata subito una bella “fratellanza” (normale nel
cammino) e nello scherzo è iniziata una “sfida” con i tre …”musicanti” del
gruppo (....io da superstonato potevo solo "passare con il piattino).
Alla fine la giuria internazionale ,( inglese,
australiana,statunitense) ha decretato la vittoria di Maurizio, è stato facile
per lui considerando che Salvatore e suona molto meglio il basso e Renzo suona
la tastiera. Dimenticavo di dire che durante la serata abbiamo fatto fuori una
decina di bottiglie di birra che i ragazzi avevano preparato
. Meno male che poco dopo la mezzanotte gli altri
pellegrini, protestando perchè, volevano dormire dicendo che alle 22 le luci
dovevano essere spente,, ci hanno fatto smettere altrimenti oggi…...
Nonostante la serata particolare questa mattina siamo
partiti presto anche perché appena passato il ponte del confine
Portoghese/Spagnolo abbiamo spostato l’orologio di un’ora avanti.
Passando da Tui ci siamo fermati ad ammirare la
bellissima e antica cattedrale,poi andando avanti, non contenti della birra di
ieri sera in un bar di Mos ci siamo “arricriati” con una fresca “Estrella
Galicia” …proprio buona .
Lungo il percorso abbiamo incontrato il gruppo di ieri
sera e con loro abbiamo fatto un po’ di strada insieme chiacchierando e cantando
(….naturalmente io nooooo!).
Nel cammino, diverse volte abbiamo incrociato una
coppia particolare, lui alto e magro sui 50/60 anni e lei 20enne molto carina,
forse padre e figlia, che stavano da soli senza dare confidenza a nessuno ……
bohhhh alcuni pellegrini sono proprio strani!!
La tappa di oggi pur non essendo molto lunga e con
delle salite poco impegnative (“niente di eccezionale” direbbe Salvatore ) a fine
giornata si fa sentire nelle gambe e nella schiena
( ……sarà che
oggi è il primo giorno di cammino serio e ieri sera non ci siamo comportati da
buoni pellegrini!!!) e perciò non vedo l’ora di buttarmi sul letto …. anche
oggi, per fortuna,” cama baja”
BUONANOTTE a domani
15.03.2020
Altra bella giornata di cammino conclusa.
Purtroppo
una leggera pioggerellina ci ha accompagnato fino a Rodondela dove siamo adesso
nell’albergue municipale e dove sono già stato nel 2015 e nel 2017.
E’ una torre
medievale attrezzata molto spartanamente ma dove si respira il vero spirito del
“pellegrinaggio” …..mi piace come sempre.
Anche per domani il meteo prevede cattivo
tempo ma ce lo dovevamo aspettare perché siamo ancora a metà marzo e quasi in
riva all’oceano, dalle parti di Vigo, e l’anomalia sono stati i due giorni
soleggiati che abbiamo passato. Nonostante la pioggia, il “cammino” è stato
piacevole con Maurizio che cantava a squarciagola anche per richiamare Salvatore
che restava
sempre indietro a parlare con tutti i pellegrini che incontrava e Renzo che ,come
al solito, metteva il turbo e si distanziava per qualche centinaio di metri per
poi aspettarci seduto sotto un albero. Anche questa mattina il break di mezza
mattina è stato a base di “boccadillo con tortilla e cerveza”….
Tornando a
casa mia figlia Danila mi ucciderà per il fatto che le riporto mio “nuoro” Maurizio
ingrassato di un paio di kg.. ma lo sa che il “cammino” è sacrificio… (ahahahah).
Per tutto il
percorso siamo stati accompagnati dal profumo dei pini e degli eucalipto che
coprivano tutte le colline attraversate.
Voglio raccontarvi cosa è successo questa sera
quando eravamo nell’albergue.
A ripensarci
sono ancora emozionato….voi sapete che da anni io vado a Santiago portando
sempre, legato allo zaino, un nastrino rosso con una medaglietta di S.Alfio e
che poi lascio nella tomba di San Giacomo, per me ormai questa è una tradizione
irrinunciabile.
Mentre
stavamo uscendo per andare a cenare si è avvicinata una pellegrina italiana
,molto carina e con un sorriso molto solare, che avevamo conosciuto il giorno
prima a O Porrino, con in mano il nastrino e la medaglietta dicendo “qualcuno
di voi ha perso questi???” un forte brivido mi è corso per la schiena,… non mi
ero accorto che li avevo persi lungo la strada. Sabrina, questo il nome della
pellegrina di Torino, ci ha detto che l’aveva trovati alla fine di una ripida
discesa e che aveva cercato su internet per sapere dove si trovava il Santuario
di Sant’Alfio e quando ha scoperto che era aTrecastagni in provincia di
Catania, ha capito che il nastrino e la medaglietta dovevano essere nostri.
Quasi mi mettevo a piangere pensando che senza di lei ……adesso il nastrino è
CUCITO nello zaino e sicuramente arriverà a destinazione.
Nel
bar/ristorante dove abbiamo cenato con delle ottime “sandinas a la plancha” ,
ad un tavolo accanto al nostro c’erano seduti quel signore anziano insieme alla
ragazza che avevamo già visto ieri e che oggi abbiamo incrociato diverse volte
ma a parte un veloce “buen camino” non dicono altro…che strano però!!! stanno
sempre da soli e non alloggiano negli albergue come gli altri pellegrini ed
adesso a tavola anziché il normale “vino tinto”, previsto dal “menù del
pellegrino” , hanno una bottiglia di
champagne e spesso si tengono per mano…..ma allora non sono padre e figlia
…..booohhhhh.
Vi confesso
che sono molto curioso e spero, prima di arrivare a Santiago, di scoprire
questo mistero.
BUONANOTTE a
domani
16.03.2020
Che bello svegliarsi e vedere che le previsioni
meteorologiche, che davano per oggi nuvolosità e pioggia, erano completamente
errate in quanto pur essendo l’alba si vedeva un cielo limpido e luminoso.
Di questo siamo stati tutti contenti ma particolarmente
Salvatore che con la sua fissazione
di non usare il “poncho”, quando piove, deve portare
un ombrello che francamente lo fa sembrare più un “pecoraio” che un pellegrino.
Si vede che siamo in Galizia che è il “paese delle
streghe” "....qui succedono tante cose strane perché "loro" si
divertono a fare scherzi agli umani specie ai pellegrini che da tanto lontano
vengono in questa meravigliosa terra, e oggi ne sono successe di tutti i colori
e voglio raccontarveli:
1) appena fuori
dell’albergue, Renzo si è fermato a fare un bancomat in una banca
locale ma alla fine dell’operazione, per un improvviso
guasto, non gli è stata restituita la carta e non vi dico l’arrabbiatura del
poverino , per fortuna si è concluso tutto bene all’arrivo del direttore, dopo
le 9,che ha “aperto” il bancomat
2) dopo aver percorso diversi km mi sono ricordato che
avevo lasciato il telo doccia steso ad asciugare nel cortile dell’albergue di
Rodondela e francamente non me la sono sentita di tornare indietro anche se a
quel telo ero affezionato …..mi aveva accompagnato sin dal primo “cammino” …….
pazienza!!!! a Pontevedra ne ho comprato un altro, dello stesso colore, che
spero resti con me per tanti altri cammini.
3) neppure Maurizio si è salvato oggi in quanto a
causa di una storta presa ieri,
nonostante l’ “arnica da cavalli”, ha zoppicato per
tutta la tappa e ora è sdraiato con del ghiaccio sulla caviglia.
Comunque a
parte queste “disavventure” il percorso è stato bellissimo anche perché abbiamo
preso una deviazione che , pur essendo più lunga di oltre un km., ci ha fatto
evitare gli ultimi 5 km. lungo la "carrettera" mentre invece abbiamo
percorso la "senda fluvial" camminando nella frescura e all'ombra di
alberi secolari .
Inoltre non
abbiamo fatto altro che ridere con Salvatore che, a tutti i pellegrini che
incontrava, regalava dei mandarini ,che aveva comprato questa mattina a
Rodondela, e parlando in Italiano, spagnolo e inglese diceva che li aveva
portati dalla “sua” Sicilia.
A Pontevedra ci
siamo sistemati nel bellissimo e nuovo albergue municipale e ,come le volte
scorse che ero stato qui, ho cucinato una “spaghettata comunitaria”.
A tavola eravamo in 12 di 5 nazioni differenti …..è
stato un successone e sicuramente per domani vorranno tutti il bis.
Durante la cena, dall’amica/pellegrina australiana
Caroline, abbiamo avuto notizie dei due “pellegrini strani” e che ieri avevamo
visto diverse volte. Spesso camminavano tenendosi per mano e nelle salite quasi
sempre lui arrivava in cima e aspettava la ragazza incitandola a non fermarsi.
Caroline ci ha detto che li aveva conosciuti a Villa do Conde dove si erano
fermati qualche giorno perché a causa delle vesciche lei aveva i piedi rovinati
e non poteva più camminare…….ecco perché era molto lenta in salita. Ci ha detto
anche che sono francesi e che lui era un famoso professore di musica al
Conservatorio Claude Debussy a Parigi e si chiama Roland mentre lei era stata
una sua allieva. Nonostante la grande differenza d’età avevano deciso di
lasciare tutto e andarsene insieme in cammino.,avevano già fatto tutto il
“cammino francese” partendo da LePuy ed il “cammino portoghese” da Lisbona.
Non potete immaginare le discussione che sono nate su
questo fatto ed anche adesso che dobbiamo andare a letto si continua a parlare
se è giusto o meno. Per me sinceramente questa coppia anomala fa “tenerezza”,
domani vi racconterò cosa ne pensano i tre “compari”.
BUONANOTTE a domani
17.03.2020
Anche oggi
abbiamo camminato senza pioggia, anche se un leggero venticello fresco ci ha
ricordato che ancora la primavera deve arrivare.
La giornata è iniziata molto presto e prima di
lasciare Pontevedra non poteva mancare un saluto e una preghiera alla “Virgen
Peregrina”nella ricca cattedrale che racchiude anche un’acquasantiera veramente
particolare .
Il percorso
è molto bello e pianeggiante fino ad arrivare al cartello che indica la
deviazione per la “variante spiritual” ed ho provato un pizzico di
soddisfazione pensando che negli anni passati avevo già percorso entrambe le
direzioni.
Questa volta
la nostra metà è stata Caldas de Reis, un paesino famoso per le sue acque
termali. Dopo esserci sistemati nell’”Ostello Loncada Dona Urraca” e prima di
cena siamo andati a “bagnarci” in una delle grandi vasche di acqua calda
/termale che ci sono in tutto il paese….veramente rilassante dopo una giornata
di cammino e una piacevole sorpresa particolarmente per Maurizio mentre io, Salvatore
e Renzo sapevamo, prima di arrivare ,
cosa ci aspettava.
Nel bar accanto all’albergue abbiamo cenato
insieme a alcuni amici/pellegrini ma mentre noi tutti italiani abbiamo preso un
ottimo “menù del pellegrino”, gli “stranieri” hanno mangiato “schifezze” varie
specialmente James di Bristol che ha ordinato degli spaghetti alla carbonare
(surgelati e riscaldati a microonde) che ha mangiato con forchetta e
coltello…..da ucciderlo sul posto!!!
Al povero
James avevamo affibbiato un sopranome perché quando lo avevamo conosciuto, dai
suoi discorsi e dal suo comportamento molto religioso, eravamo convinti che
fosse un prete mentre l’altro ieri lo avevamo visto “pomiciare” con
l’australiana Caroline …e quindi , da allora era diventato “Padre Ralph” di
“Uccelli di rovo”…..che cattivi che siamo!!!!.
Per tutta la
giornata di oggi non abbiamo incontrato la “strana coppia” …boohhh!!!! mistero.
BUONANOTTE a
domani
18.03.2020
Con il pensiero che domani raggiungeremo Santiago,
oggi abbiamo camminato più veloci degli altri giorni e con uno spirito ancora
più “allegro”.
Quando siamo partiti da Caldas de Reis eravamo circa
una decina di pellegrini e il con il nostro vociare abbiamo rischiato una
“secchiata d’acqua” da parte degli abitanti del luogo perché, come tutti gli
spagnoli, qui amano alzarsi dal letto non prima delle 9….beati loro!!
Meteorologicamente la giornata è stata semplicemente “meravigliosa” con un
cielo limpidissimo e un sole che mandava quel giusto tepore per camminare senza
sudare …. Anche oggi si prevedeva pioggia ma sii vede che noi siamo
raccomandati da Sant’Alfio che fa aprire l’ombrello a San Giacomo.
Nel gruppo di questa mattina mancava la giovane
australiana Caroline perché a causa del riacutizzarsi di una tendinite è stata
costretta a prendere il bus fino a Santiago dove ci aspetterà per festeggiare
tutti insieme, questi inconvenienti copitano spesso in “cammino” a tanti
pellegrini,comunque siamo in contatto telefonico con lei.
A fare compagnia a James (padre Ralph) ci ha pensato Maurizio
e non so chi dei due ha
sofferto di più perché per tutto il giorno uno parlava
di musica e l’altro di religione … chissà se hanno trovato un punto d’incontro!
Mentre, al suo solito Salvatore, faceva il giro di
tutti,,,,,e tutte a chiacchierare e ridere, io e
Renzo siamo
rimasti indietro a rivedere e ricordare quei posti dove eravamo già stati 5
anni fa.
Senza neppure rendercene conto siamo arrivati alla
fine della tappa odierna a Padron che è il secondo posto (dopo Santiago) più
simbolico di tutta la tradizione giacobea ed è indicato come il luogo in cui la
barca, partita dal porto di Jaffa verso l'anno 44, e' approdata trasportando il
corpo di San Giacomo.
Domani faremo
lo stesso cammino che fecero i discepoli con il corpo del Santo da Padrón fino
alla sepoltura nel Campus Stellae (Santiago).
All’arrivo
nell’alberque municipal abbiamo ritirato la “Pedronia” che è una specie di
“compostela” che attesta la sosta in questo famoso luogo di culto.
Nella cena di questa sera non potevano mancare i
“pimentos de padron” che sono la specialità del posto e sono di una bontà quasi
esagerata.
Neppure oggi abbiamo incontrato la “strana coppia” e
vi confesso che ho chiesto di loro a tutti i pellegrini che ho incontrato, ma
nessuno li aveva visti negli ultimi due giorni… probabilmente, siccome erano
molto innamorati, saranno volati via come due “piccioncini “, ma io sono
curioso..molto curioso e allora sono certo che prima o poi scoprirò il mistero
di questa bella “storia d’amore.
BUONANOTTE a domani
19.03.2020
E’ passata la mezzanotte e mi trovo al Seminario Menor
di Santiago.
Per fortuna
sono in una “celletta” singola e quindi posso tenere la luce accesa e scrivere
ma per raccontarvi tutto quello che è successo oggi non basterebbe tutta la
notte.
Siamo partiti
da Padron che era ancora buio in modo di arrivare a Santiago in tempo per la
messa di mezzogiorno e abbiamo percorso l’intera tappa tutta d’un fiato con
l’unica sosta , per una veloce colazione, a A Escravitude ,un piccolo paesino
di collina con una chiesa bellissima.
Venendo dal
“cammino portoghese”, prima di arrivare in centro si passa da Rua
Carretas,davanti al ” Centro Internazionale di accoglienza dei Pellegrini” dove
rilasciano la “Compostela” e così pensando che di mattina avremmo trovato meno
confusione ci siamo fermati a ritirare il nostro agognato “attestato”, credo di
averne a casa 6 o 7 ma vi confesso che la consegna dà sempre una certa
emozione, potete immaginare la felicità di Maurizio
che è “il pellegrino” più novellino del gruppo.
Lì abbiamo
perso più tempo del previsto e quindi non abbiamo più fatto in tempo per la
messa ma lo stesso siamo andati in “plaza do obradorio” e lì è stato normale
avere gli occhi lucidi e sentirsi, per l’ennesima volta, il cuore battere a
mille all'ora ed abbracciare e farsi abbracciare, ,da persone con le quali
magari qualche giorno prima ci si era scambiati un semplice "buen camino"....
solo qui succede questo.
Dato che in Cattedrale non si può più entrare con gli
zaini ci siamo diretti al Seminario Menor per sistemarci anche in previsione
della festa di saluto di questa sera che avevamo organizzato con tutti gli
altri pellegrini.
Nel pomeriggio,
mentre Maurizio, Salvatore e Renzo hanno preferito restare in “branda” , io mi
sono sbrigato e da solo sono andato in cattedrale , all’interno c’era
un’atmosfera quasi surreale e,stranamente, era quasi deserta.
Dopo aver abbracciato devotamente le spalle del Santo
sono sceso a pregare davanti l'Urna del nostro venerato Apostolo ed ho lasciato
davanti a quella tomba il nastrino rosso di Sant'Alfio che dall’inizio del
cammino mi aveva accompagnato e sostenuto per centinaia di chilometri.
Stavo andando via quando ho saputo che, nonostante i
lavori all’interno della chiesa, avevano appena riaperto la “Cappella del
Cristo di Burgos”.
Sono stato felice perché per me quello è un posto
magico e difatti, anche questa volta, è successo qualcosa di inaspettato.
In una delle
prime file c’era seduto a pregare Roland, il pellegrino della “strana coppia”
che non vedevo da alcuni giorni.
Era da solo e mi ha molto colpito perchè era molto
triste e sembrava che piangesse.
Mi faceva un
certo senso ma non avevo il coraggio di avvicinarlo e improvvisamente, forse
accorgendosi di come lo guardavo, è stato lui a venire verso di me ed a
salutarmi. Con il mio pessimo inglese ho cercato di domandargli se avesse
bisogno di qualcosa e lui con un mezzo sorriso, che mi ha fatto capire che il
mio inglese non è pessimo ma molto peggio, mi ha risposto in perfetto italiano
dicendomi che andava “tutto bene…. o quasi” e che conosceva l’italiano perché
per alcuni anni aveva vissuto a Roma insegnando al Conservatorio di Santa
Cecilia.
Parlando abbiamo scoperto che lui era stato a Roma
negli stessi anni in cui anch’io ero là destinato e abbiamo riso insieme al
pensiero che magari c’eravamo incontrati qualche volta che io ero andato ad
ascoltare qualche concerto al “Santa Cecilia”….. com’è piccolo il mondo e com’è
strana la vita.
Tra noi è
subito nato un rapporto di amicizia/fratellanza che solo il cammino può creare
e così siamo usciti a passeggiare per le strade del centro parlando del più e del
meno.
Dopo un po’ ci siamo seduti nell’unico bar di Santiago
dove fanno un caffè quasi italiano e anche lui lo ha molto apprezzato. Data la
mia curiosità non ho potuto fare a meno di chiedergli della sua “compagna”, Con
gli occhi pieni di lacrime lui mi ha risposto che con Angela era finito tutto e
che l’altra sera a Rodondela, quando l’avevamo visti a cenare con “champagne”
stavano “festeggiando” l’addio in quanto lei nella notte era partita per
Amsterdam, dove viveva anche se era di origine austriaca.
Erano stati insieme quasi due anni e nonostante i
quasi 30 anni di differenza di età, tra loro quel periodo era passato con il
massimo della felicità e oltre che a Parigi avevano percorso tanti cammini sia
in Francia e che in Spagna .
Ad un certo
punto Roland mi ha detto “ Domani io parto per l’India e da lì andrò in Tibet
dove spero di trovare quella pace che adesso mi manca , sai durante la scorsa
primavera insieme ad Angela abbiamo fatto il “cammino francese”e da un certo
punto del percorso, credo da Lourdes, ho iniziato a scrivere un diario dove
riportavo tutte le sensazioni giornaliere. L’ho scritto in italiano perché non
volevo che Angela, che conosce benissimo il tedesco , il francese, l’inglese,
lo spagnolo ma non l’italiano, lo leggesse in quanto, per il suo carattere
molto riservato non amava che gli altri conoscessero i nostri sentimenti, questo
diario ora lo regalo a te e puoi farne tutto quello che vuoi” dicendo questo mi
ha dato un quadernetto nero chiuso con un grosso elastico rosso.
Mi ha commosso e ci siamo abbracciati comprendendo il
grande dolore che provava.
Ci siamo
salutati perché nel frattempo gli amici del gruppo mi avevano telefonato
almeno10 volte per dirmi che erano già al ristorante e che stavano aspettando
solo me.
Ho invitato Roland ad unirsi a noi ma molto
educatamente lui ha rinunciato dicendo che non era nello spirito giusto e
avrebbe rattristato anche gli altri.
Quando sono arrivato, al tavolo erano almeno 15
pellegrini ed ancora prima di cominciare a mangiare avevano già fatto fuori
almeno 8 bottiglie di albarino e alla fine della bellissima e allegra serata,
passata a mangiare, a cantare e ballare, la metà dei commensali erano
completamente ubriachi, ed è stata un’avventura accompagnare Maurizio e
Salvatore
fino al Seminario Menor perché hanno continuato a
cantare e a “sconcicare” tutti i passant
i che incontravamo.
Ad essere sincero qualche problema l’ho avuto anch’io
con la testa che mi girava e mi faceva camminare male, l’unico indenne è stato Renzo
che è “noddico” e quindi abituato
al vino e alla grappa.
Adesso guardo sul letto il quadernetto nero che mi ha
regalato Roland ma ho troppo sonno e non ho la forza neppure di aprirlo ed
anche perché mi accorgo di aver scritto troppo ma…… “siamo a Santiago”…. “è San
Giuseppe “,,,,sono certo che mi perdonerete.
BUONANOTTE a domani
20.03.2020
E’ stata dura, questa mattina , alzarci presto e
andare alla stazione dei bus di Santiago.
La bellissima festa, con relativa sbronza, si è fatta
sentire tutta nelle gambe e nella testa. Nelle circa 2 ore di bus per arrivare
a Muxia abbiamo dormito profondamente e sia Maurizio che Salvatore hanno
russato come non mai.
Appena arrivati la prima cosa che abbiamo fatto è
stata quella di recarci al Santuario della "Virxen da Barca"
E’ stato un piacere trovare quella miracolosa Chiesa
aperta ad accogliere con amore tutti quei pellegrini che, come me, decidono di
finire lì il proprio cammino, ed è bello vedere che l'interno sta tornando ad
essere “prezioso” come era prima dell'incendio che nel dicembre del 2013
l'aveva distrutto .
Entrare dentro a pregare mi ha riempito, ancora una
volta, gli occhi di lacrime.
In una trattoria del porto di Muxia, dove mangiano
tutti i pescatori locali, abbiamo gustato (….divorato!!!) una quantità
industriale di frutti di mare di tutte le specie e cucinati in diverse modi ….
una bontà indescrivibile!
Nel pomeriggio abbiamo preso il bus per Cee e da lì ,
con un taxì, siamo andati a Finesterre dove ci troviamo adesso.
Renzo voleva
fermarsi all’”albergue de Paz” dove eravamo stati nel 2013 ma, a fatica
perché lui è un
testardo abitudinario, sono riuscito a convincerlo ad andare all’albergue
Espiral e alla fine la scelta e stata condivisa e apprezzata da tutti.
Dopo aver lasciato in albergue gli zaini ci siamo
incamminati verso il faro, lungo la strada abbiamo incontrato alcuni pellegrini
che avevamo conosciuti nei giorni passati.
Dopo aver visto per tanti giorni i "moyones"
che indicano oltre la direzione anche i km. da percorrere, fa sempre uno strano
effetto arrivare a quello che indica il km.0,00 e da lì ammirare il tramonto
pensando che anticamente quello era considerato la "fine della
terra"...quando il sole scompare dietro l'orizzonte parte sempre un particolare
applauso da parte di tutti i pellegrini che lì sopra si radunano per brindare
insieme.
Alla conclusione del “meraviglioso spettacolo” , di
corsa siamo scesi in albergue dove ci aspettava una colossale spaghettata
comunitaria.
Stiamo
ingrassando troppo ma questa è l’ultima serata del “cammino” in quanto domani
mattina andremo a Santiago da dove, via Madrid, torneremo a casa. Questo
“cammino” è stato breve ma veramente bello grazie anche ai meravigliosi
“compagni di viaggio”
- Renzo(il noddico della brigata) che dal 2013 mi accompagna
in tutti i miei cammini, ormai
siamo una
“coppia indissolubile” e quando io perdo la calma (…. spesso) o decido qualcosa
di sbagliato lui, come Astolfo faceva con Orlando, mi riporta a ragionare. – Salvatore collega, amico…fratello, ci
conosciamo da oltre 40 anni e mai abbiamo avuto un contrasto sia a terra che in
mare.
E’ un piacere camminare con lui che ha tantissima
esperienza di “cammini”.
– Mio “nuoro” Maurizio , ha iniziato da appena 2 anni
a fare il “pellegrino” ma vi assicuro che è fantastico come riesce a
“socializzare” con tutti con la sua bravura ed il suo
umorismo… camminerà sempre al mio fianco … spero!
Non vi ho parlato del “quadernetto nero” di Roland ma
a distanza di oltre 24 ore non ho avuto il coraggio di aprirlo, anzi quando ero
su al faro, in attesa del tramonto, sono stato tentato di gettarlo in quel mare
dove tutti, alla fine del loro cammino davanti al Km 0,00, pensano d’iniziare
un nuovo percorso di vita.
Non l’ho gettato ma è ancora chiuso, con il suo elastico
rosso, nel mio zaino. e non so quando e se lo aprirò.
Sono curioso di leggerlo ma nel contempo mi dispiace
violare la privacy della bellissima Angela che, come mi aveva detto Roland,
anche se era un po’ “ingenua”, non sopportava gli “invadenti”della sua
riservatezza e da “crucca cocciuta” ogni torto se lo “legava al dito” . …..
forse un giorno lo leggerò e magari vi copierò qualche pagina. Per adesso …
BUONANOTTE al prossimo cammino
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